RASSEGNA STAMPA

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“Sul sociale non si taglia”

Senigallia – Manifestazione contro i tagli ai servizi per disabili

10 / 8 / 2012
Lunedì 6 agosto si è tenuta la prima manifestazione pubblica indetta dal “Comitato Famiglie Disabili”, contro i tagli ai servizi per i disabili, effettuati dall’Amministrazione Comunale. La manifestazione, dopo gli interventi dei genitori e di altri cittadini, si è trasformata prima in un corteo in centro storico e poi in un breve blocco del traffico.
Di seguito il comunicato sulla mobilitazione:
Sul sociale non si taglia
Lo stato non ha la disponibilità economica per sostenere tutti gli invalidi, loro devono collaborare come gli altri cittadini” (Mario Monti, 7 febbraio 2012)
“Non ci sono i soldi”. E’ questo il leitmotiv contro il quale si scontra ogni richiesta dei cittadini che si organizzano per rivendicare dei diritti, spesso elementari.Quando abbiamo detto di investire sulle case popolari o di riqualificare il patrimonio sfitto, di non svendere il patrimonio pubblico o di aumentare i fondi per le politiche di sostegno al lavoro, la risposta è sempre stata la stessa: “non ci sono i soldi”.
Questa è anche la risposta che l’Amministrazione Comunale ha dato alle famiglie dei disabili alle quali ha improvvisamente tagliato i servizi. E’ vero, i soldi non ci sono e questa non è una colpa dei Comuni, ma delle politiche europee fondate sui tagli allo stato sociale. Ad applicare queste politiche economiche in Italia è il Governo Monti. Un’Amministrazione Comunale in questa situazione ha due scelte, o diventare mera esecutrice di decisioni altrui o schierarsi con i propri cittadini. I soldi sono pochi, la coperta è corta, ma decidere da che parte tirare questa coperta, cioè a chi erogare i soldi, dipende tutto dalla volontà politica e non dai tecnici che ci governano.
I Comuni, oggi, sono strumenti per la traduzione sul piano locale di politiche di rigore che hanno come unico risultato l’impoverimento di tutti noi. Se la Giunta Mangialardi non vuole essere una semplice esecutrice, a nostro avviso, dovrebbe aprire il bilancio comunale alla città, confrontarsi con le parti sociali, con i suoi abitanti e farlo prima di approvare un bilancio e non dopo. E’ necessario che le politiche economiche comunali siano sottratte all’esclusivo ed escludente sapere dei tecnici e dirigenti per essere invece il risultato di una gestione partecipata, cioè essere oggetto di discussione politica pubblica. Serve un Consiglio Comunale Aperto che inviti la città a discutere del prossimo bilancio e quindi a poter decidere dove si taglia e dove no. Sui servizi pubblici, sociali, sull’istruzione e sulla salute, va posta una rigidità tutta politica, affermando: “qui non si può tagliare”.
Come Spazio Comune Autogestito Arvultùra, lunedì siamo scesi in piazza affianco del “Comitato Famiglie Disabili”, portando questi contenuti. La loro lotta è la nostra lotta e non lo diciamo in termini retorici o di mera solidarietà, ma perché le difficoltà che queste famiglie e i lavoratori stanno vivendo, è il risultato pratico, tangibile e quotidiano delle politiche economiche di rigore. Se non saremo in grado di porre almeno un argine, questo si ripercuoterà su tutti i servizi sociali. Sono in ballo la qualità e la dignità della vita di tutti noi.
Spazio Comune Autogestito Arvultùra
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